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| Maria Luisa Cardini, CRIF |
L’incontro tra le possibilità offerte dai nuovi strumenti digitali e le attività di “Know Your Customer” ha già visto a livello internazionale diventare realtà progetti innovativi come, da esempio, eseguire una completa verifica contro le frodi da impersonificazione attraverso una semplice foto a un documento d’identità effettuata con uno smartphone.
Con le moderne tecnologie di riconoscimento ottico dei caratteri e di acquisizione dati sono già stati infatti sviluppati software e app che, tramite una foto al documento d’identità, permettono in pochi secondi di ‘catturare’ all’interno dell’immagine del documento i tratti salienti che ne comprovano l’autenticità e, quindi, di fornire indicazioni precise sulle eventuali anomalie riscontrate. I benefici derivanti dall’impiego di queste nuove tecnologie sono molteplici: dalla maggiore efficacia,accelerazione dei processi e tempestività nella verifica documentale contro i tentativi di frode e di falso, all’automatizzazione dell’elaborazione dati, con conseguente eliminazione delle procedure manuali di data entry, dispendiose a livello di tempi e risorse e rischiose in termini di possibili errori. CRIF ha già sperimentato con successo l’utilizzo di queste tecnologie sui mercati internazionali in cui opera, in particolare negli Stati Uniti e in Gran Bretagna. In Italia, la varietà dei formati e la predominanza dei documenti cartacei rispetto alle carte di identità elettroniche ha reso più complessi i processi di adozione di questi nuovi strumenti per la verifica documentale. Oggi, tuttavia, con lo sviluppo dei sistemi di Intelligent Document Recognition (IDR) e di Optical Character Recognition (OCR) possono trovare applicazione anche nel nostro Paese in ottica antifrode e antiriciclaggio. “Quest’evoluzione tecnologica” – commenta Maria Luisa Cardini, Responsabile del centro di competenza CRIF Fraud Prevention & Compliance Solutions – “supporta l’istituto non solo nel prevenire efficacemente i purtroppo diffusi fenomeni di frode creditizia, ma anche nel divenire compliant con la normativa antiriciclaggio (D.lgs 231/07) per l’adeguata verifica della clientela che richiede, in particolare in caso di ‘verifica rafforzata’, che l’identità dell’individuo venga verificata su una fonte affidabile e indipendente e che il documento acquisito venga archiviato e conservato”. L’App di CRIF può collegarsi a tutte le banche dati disponibili, private e istituzionali, per il confronto dei dati forniti dall’individuo con quelli registrati all’interno degli archivi. Nello specifico, le banche dati terze consentono di verificare se il documento è presente all’interno della banca dati documenti smarriti o rubati, se il numero assegnato è corretto, se ci sono anomalie nelle date di emissione e scadenza o nell’indirizzo e persino se lo stesso soggetto si è presentato presso altri istituti di credito con documenti diversi. Al termine delle verifiche, l’App fornisce uno score antifrode che riassume tutte le anomalie riscontrate.
Queste nuove tecnologie possono inoltre rivelarsi particolarmente potenti se collegate alle banche dati previste dal sistema UCAMP (Ufficio Centrale Antifrode dei Mezzi di Pagamento), di cui è imminente l’apertura come previsto dal D.lgs 64/2011. Il sistema, con l’accesso alle principali banche dati istituzionali (INPS, INAIL, Agenzia delle Entrate, Ministero dell’Interno, Ministero dei Trasporti), rappresenta una grande innovazione nella gestione dell’intero processo di adeguata verifica della propria cliente la e di lotta alle frodi. In un contesto in cui, purtroppo, come emerge nelle recenti evidenze dell’Osservatorio CRIF sulle frodi creditizie, solo nel 2013 sono state commesse nel nostro Paese oltre 26.000 frodi creditizie mediante furto di identità.
Alle frodi creditizie compiute presso gli istituti o dealer si affianca inoltre il crescente impatto negativo dei comportamenti fraudolenti perpetrati all’interno delle aziende. In quest’ambito, uno studio condotto da CIFAS, l’associazione britannica per la prevenzione delle frodi, ha evidenziato sempre nel 2013 una crescita del +18% dei casi di frode interna. Tra le tipologie di frodi interne, il furto di dati sensibili o confidenziali per fini illeciti può provocare gravi conseguenze sia sul conto economico sia sulla reputazione dell’azienda. I dati confidenziali sono spesso accessibili non solo dai dipendenti dell’organizzazione ma anche da personale esterno, ad esempio consulenti e tecnici IT che per brevi periodi di tempo hanno accesso ai sistemi informativi interni. Anche in questo caso un supporto è disponibile grazie alle più moderne modalità di erogazione dei servizi antifrode. Nello specifico, per contrastare le frodi perpetrate dal personale ai danni delle aziende, CRIF ha sviluppato il servizio CRIF Background Check che in modalità SaaS (Solution as a Service) permette all’azienda di attivare un set di controlli, modulabili per estensione e profondità, per la verifica e la qualifica dell’identità, del percorso professionale e dei precedenti penali delle persone che entrano a vario titolo in azienda.