10 settembre 2014

Un nuovo studio di CA Technologies condotto da Ponemon Institute, rivela che sia le linee tradizionali di business che le funzioni IT aziendali, stanno valutando i benefici derivanti dalle iniziative “Bring Your Own Identity (BYOID) che prevedono l’utilizzo di credenziali dei social network o ID digitali per accedere ad altre applicazioni.
Nel corso dell’indagine “The Identity Imperative for the Open Enterprise 2014”, sono stati analizzati i comportamenti degli utenti appartenenti alle linee di business e ai reparti IT nei confronti del fenomeno BYOID.
“Nell’odierna economia dominata dalle applicazioni, la fruizione da parte dell’utente finale è condizionata alla facilità e sicurezza d’accesso. Il BYOID è un meccanismo sempre più popolare per la semplificazione degli accessi perché consente di evitare di dover creare un nuovo account per ogni sito, pratica che spesso provoca l’abbandono del carrello degli acquisti da parte di clienti esasperati dalle ripetute richieste di registrazione,” ha dichiarato Mike Denning, Senior Vice President e General Manager della divisione Security di CA Technologies.
Lo studio (visualizza l'infografica) ha fornito svariati spunti interessanti sulla portata del fenomeno BYOID, approfondendo ad esempio aspetti quali l’attuale stato di diffusione, il valore percepito, alcune considerazioni sui cosiddetti Identity Provider (IdP) e sui possibili miglioramenti di questo nuovo canale di autenticazione degli accessi.

Stato attuale
Sebbene la diffusione dell’accesso BYOID basato sulle credenziali dei social network sia ancora agli inizi, si rileva già un buon livello d’interesse, soprattutto nelle popolazioni degli utenti mobile e web. Cresce l’interesse verso il BYOID e l’utilizzo delle identità registrate nei social media quali Facebook, LinkedIn o Yahoo, al punto tale che il 55% degli addetti IT e il 69% degli utenti appartenenti alla categoria business dichiara un interesse alto o altissimo verso questa modalità d’accesso. I clienti che interagiscono con l’azienda tramite Web e dispositivi mobile sarebbero i più attivi dal punto di vista dell’utilizzo delle proprie identità digitali, superando persino altri gruppi quali neo-assunti, dipendenti, contrattisti e pensionati (dipendenti fuori servizio attivo).

Valore percepito
L’identità viene ora concepita sia come agente di crescita sia come fattore di sicurezza. Per entrambe le categorie di utenti (IT e business) un’importante leva alla base della diffusione del modello BYOID all’interno della loro organizzazione scaturisce dal desiderio di dotarsi di credenziali d’accesso più forti e di acquisire maggiori certezze sull’identità degli utenti (rispettivamente, 62% e 65%). Come singolo beneficio più importante (93%), però, gli utenti business hanno indicato la possibilità di rilevare abitudini e caratteristiche degli utenti online. Questo dato starebbe a suggerire un’evoluzione nella percezione del ruolo svolto dall’identità: invece di semplice elemento nella tutela dei dati, l’identità verrebbe ora vista come una preziosa risorsa con cui acquisire dati a valore aggiunto da utilizzare per la fidelizzazione dei clienti.

Perfezionamento del meccanismo BYOID
L’avvento di nuovi sviluppi nella security potrebbe incoraggiare la diffusione del BYOID. Secondo le risposte fornite dalla maggioranza degli utenti IT e business (rispettivamente, 80% e 79%), all’adozione del modello BYOID avrebbero contribuito “i processi di validazione delle identità”. L’implementazione di motori contro il rischio di frodi figura infatti fra i tre fattori più citati da entrambi i gruppi. È interessante notare che solamente il 25% delle funzioni di business intervistate ritiene molto importante o essenziale un accreditamento formale dell’IdP, rispetto al 45% degli utenti IT.

Percezione relativa agli Identity Provider
L’Identity Provider preferito varia a seconda della situazione e della regione di appartenenza dei soggetti intervistati. Alla domanda riguardante la social ID più interessante per la loro organizzazione, gli utenti IT hanno indicato PayPal in tutte le aree geografiche, mentre sono state raccolte risposte diversificate fra gli utenti business, con una netta prevalenza di Amazon rispetto a PayPal e Microsoft. Per quanto riguarda la social ID preferita per le proprie abitudini di consumo, entrambe le categorie di soggetti intervistati avrebbero collocato Google al primo posto. 


E’ stato Responsabile editoriale della rivista Bancamatica, dal 2004 al 2012. Nel 2010 ha creato e avviato il progetto digitale Bancamatica.it. Dal 2005 ha ideato, organizzato e coordinato sei edizioni della conferenza "CARDS". Oggi, è un project manager che si occupa di strategie di marketing, comunicazione digitale, social network, progettazione e sviluppo brand.
E’ fondatore e responsabile del Blog professionale "bank focus". valeriosalvi@gmail.com

0 commenti:

Posta un commento